Dopo l’Afghanistan e l’Iraq e sulla scia del Cablegate una nuova cassaforte di segreti è in arrivo per Wikileaks: e stavolta a tremare non sono il Pentagono e il Dipartimento di Stato ma alcune migliaia di multimilionari potenzialmente grandi evasori, tra cui una quarantina di politici. Rudolf Elmer, l’ex banchiere svizzero che tra tre giorni dovrà presentarsi davanti alla magistratura elvetica per violazione del segreto bancario, ha deciso di affidare i dati in suo possesso al sito fondato da Julian Assange.
Il ‘secondo Bradley Manning’ consegnerà a Wikileaks due cd con i dati sui potenziali evasori domani al Frontline Club di Londra, l’istituzione che ha dato ospitalità ad Assange prima dell’arresto per conto della magistratura svedese per reati sessuali. Il fondatore di Wikileaks, attualmente agli arresti domiciliari in attesa dell’esame della richiesta di estradizione, dovrebbe essere presente. Tra i materiali raccolti, ha detto lo stesso Elmer al domenicale britannico The Observer, ci sono quelli relativi ai conti di “almeno 40 politici”. I dati, relativi ai clienti di tre istituti finanziari, coprono un periodo compreso tra 1990 e 2009.
Il banchiere, un direttore della filiale alle Cayman della potente Julius Baer licenziato nel 2002, è il primo ‘informatore’ del sito di Assange a finire sotto processo. L’ex dipendente della Baer infatti sta rientrando in Svizzera dall’esilio alle Mauritius e il 19 gennaio finirà davanti al magistrato per falsificazione di documenti, minacce e violazione del segreto bancario, un’accusa relativa a un pacchetto assai più esiguo di informazioni consegnato a Wikileaks in precedenza. “Voglio render pubbliche queste informazioni per educare la società”, ha detto all’Observer. Nella lista Elmer ci sono singoli individui, multinazionali, istituzioni finanziarie e hedge fund da Stati Uniti, Gran Bretagna, Germania, Austria, Svizzera, Asia e altrove “che usavano lo schermo di segretezza offerto dalle banche offshore per evitare di pagare le tasse”, ha detto il banchiere.
I circa 2.000 nomi non verranno immediatamente resi pubblici così come finora Wikileaks non ha diffuso la lista di 15 nomi che Elmer consegnò nel 2007 al sito di Assange. “Wikileaks esaminerà i dati e se troverà casi reali di evasione fiscale procederà alla pubblicazione”, ha detto Elmer al giornale svizzero Sonntag.
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Rudolf Elmer, il banchiere svizzero che oggi ha consegnato a Julian Assange i nomi di migliaia di potenziali grandi evasori, considera Wikileaks la sua “ultima speranza”. “Ho provato ad avvicinare autorità e media nella mia battaglia contro le banche. Non c’è stato nulla da fare”, aggiunge. Dopodomani il banchiere dovrà presentarsi davanti alla magistratura elvetica per rispondere ad accuse di violazione del segreto bancario.
Nel corso di una conferenza stampa al Frontline Club di Londra, Elmer ha consegnato ad Assange due cd contenenti circa 2mila nominativi di soggetti che hanno “parcheggiato” i loro soldi nei paradisi fiscali, corredati dei loro dati bancari. Al quotidiano svizzero Der Sonntag, Elmer aveva già spiegato che si tratta di dati relativi a personaggi ricchissimi, almeno una quarantina di politici, compagnie internazionali e fondi di società con sede in una lista di Paesi che comprende Stati Uniti, Germania e Gran Bretagna. Tutti potenziali grandi evasori fiscali.
Fino al 2002, anno in cui fu licenziato, Rudolf Elmer ha diretto gli uffici alle isole Cayman della Julius Baer, il più importante gruppo svizzero di private banking. I dati consegnati ad Assange giungono da tre istituti finanziari svizzeri, inclusa la Julius Baer, e coprono un periodo compreso tra il 1990 e il 2009.
Assange, apparso accanto a Elmer,
ha lodato lo sforzo dell’ex banchiere per denunciare pubblicamente pratiche ambigue in uso nel mondo della finanza. E ha promesso che Wikileaks valuterà se pubblicare il materiale “probabilmente tra un paio di settimane”. Dopo i cablo del dipartimento di Stato (il database 2), il sito potrebbe quindi occuparsi di malefatte finanziarie. “Se veramente ci sarà traccia di evasione fiscale”, i file saranno diffusi, ha spiegato Assange, annunciando che parte dei dati sarà consegnata alle autorità competenti.
Alla conferenza stampa ha preso parte anche John Christianson, dell’organizzazione Tax Justice Network, secondo cui 20 mila miliardi di dollari sono nascosti offshore. “Il segreto bancario svizzero deve sparire ma gli svizzeri fanno del loro meglio per proteggerlo”, denuncia ancora Christianson. I nomi andranno alle autorità competenti. La lista precedente non ha riscosso molta attenzione. “Se falliscono si vedrà”, è stato detto in conferenza stampa.
Il gruppo Julius Baer, da parte sua, si difende tentando di smontare la campagna moralizzatrice di Elmer accusando l’ex dirigente di essere mosso da ben altre motivazioni. “Dopo che le sue richieste connesse al licenziamento, inclusa quella di una compensazione finanziaria, non furono soddisfatte, il signor Elmer nel 2004 si imbarcò in una campagna intimidatoria e vendicativa contro Julius Baer” si legge in un comunicato dell’istituto elvetico. “L’obiettivo delle sue attività – continua la nota – era ed è di screditare Julius Baer e i suoi clienti agli occhi dell’opinione pubblica”.