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WikiLeaks: «Per D’Alema la magistratura è la più grande minaccia allo Stato»

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(WSI) – Sulla magistratura D’Alema e Berlusconi condividono la stessa opinione: i giudici costituiscono la più seria minaccia per lo Stato italiano. Lo scrive in un dispaccio del 3 luglio 2008, diffuso da Wikileaks e pubblicato da El Pais, l’allora ambasciatore Usa a Roma, Ronald Spogli.

D’ALEMA – Massimo D’Alema però replica attraverso una nota: «Accanto ad osservazioni ovvie su fughe di notizie e intercettazioni, viene riportato un giudizio abnorme sulla magistratura che non ho mai pronunciato, che non corrisponde al mio pensiero e che evidentemente all’epoca è stato frutto di un fraintendimento tra l’ambasciatore Spogli e me».

LA FRASE – Nel dispaccio segreto si rivelava che quando era ministro degli Esteri, nel 2007, Massimo D’Alema disse a Spogli una frase che avrebbe potuto essere tranquillamente attribuita al suo «arci-rivale» Silvio Berlusconi: «Sebbene la magistratura italiana sia tradizionalmente considerata orientata a sinistra, l’ex premier ed ex ministro degli Esteri Massimo D’Alema ha detto lo scorso anno che la magistratura è la più grande minaccia allo Stato italiano», scrive Spogli. «Nonostante anni di dibattiti sulla necessità di una riforma del sistema, non sono stati fatti progressi significativi. Gli italiani considerano il loro sistema “rotto” e hanno veramente poca fiducia sul fatto che garantisca giustizia», commenta il diplomatico americano. (Fonte Apcom)

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(WSI) –La riforma della giustizia “è necessaria, perché è un’emergenza grave, in quanto le indebite ingerenze della magistratura su altri poteri dello Stato costituiscono una vera emergenza democratica”. Così Silvio Berlusconi intervenendo a Mattino 5, torna all’attacco dei giudici e promette che la riforma della giustizia “sarà completata entro la fine della legislatura”.

Il premier ha ribadito che alcune sentenze di tribunali e “perfino della Corte Costituzionale sono spesso politicamente orientate” e ha citato Sandro Pertini secondo cui “la magistratura non deve solo essere imparziale, ma anche apparire imparziale”.

Sulle dimissioni di Fini non si sbilancia: “Lascio la decisione alla sua coscienza e alla sua dignità”. Certo è che per il premier “la maggioranza che lo ha eletto non si riconosce più in Gianfranco Fini” e dunque un riavvicinamento con la terza carica dello Stato non è possibile. Poi continua a corteggiare l’Udc di Pierferdinando Casini. “Vedremo – aggiunge – se lui ha perso una grande occasione: poteva sostituire con i sui parlamentari i parlametari di Fli. Speriamo che si ravveda”.

Quanto alla sua successione: “Abbiamo una serie di protagonisti del governo del Pdl che stanno davvero diventando classe dirigente. Fra questi ce ne sono alcuni che in un prossimo futuro potrebbero assumersi la responsabilità di governare il Paese”.

E sull’approvazione della riforma Gelmini ribadisce: “Il voto del Senato di ieri manda in pensione il ’68 e mette al centro dell’università il merito, elimina le parentopoli e gli sprechi”. “I giovani che manifestano sono solo una minoranza rumorosa che va contro il loro stesso futuro – continua Berlusconi -. L’Italia non poteva più permettersi un sistema inefficente e frutto di una riforma sbagliata della sinistra”.

Secondo il presidente del Consiglio inoltre il 2011 “sarà un anno di ripresa, ma occorreranno ancora sacrifici prima di poter godere della ripresa stessa”. Dopo aver parlato di possibili “turbolenze nell’area dell’euro”, il premier ha detto di essere “certo che l’Italia è al riparo di attacchi speculativi e il merito è certamente del rigore del Governo nel tenere in ordine i conti pubblici e degli italiani, che invece di indebitarsi hanno risparmiato”.

Anche l’accordo su Mirafiori siglato ieri dalla Fiat e i sindacati escluso la Fiom è “storico e positivo”. “Speriamo” continua nella telefonata di Canale 5, “che serva a garantire la permanenza in italia della produzione, perché quello della delocalizzazione è un problema di tutta l’Europa”. L’intesa di ieri, comunque, “conforta, è innovativa, crea un investimento importante per il Paese perché riprende a lavorare uno stabilimento simbolo dell’Italia”.

In conclusione il premier è ottimista e deciso.”Se si fosse aperta una crisi di Governo, che alcuni irresponsabili volevano a tutti i costi, le conseguenze sarebbero state gravi per il Paese: per questo – ha concluso Berlusconi – sentiamo l’obbligo di continuare a governare fino alla fine della legislatura”.

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