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WSI Smart Talk, il tempo della sostenibilità

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Torna l’appuntamento di WSI Smart Talk, il format video targato Wall Street Italia. Temi della puntata del 26 settembre la sostenibilità, tra tassi e inflazione recepiti in America, Italia e Cina, l’evoluzione della crisi immobiliare cinese col caso Evergande, oltre al focus sull’evoluzione rapida dell’intelligenza artificiale.

In studio ed in collegamento il nostro direttore Leopoldo Gasbarro con Giuliano Noci, Prorettore del Politecnico di Milano per la Cina, Coleman Kendall, economista americano, e Alessandro Plateroti, il nuovo direttore responsabile di News Mondo.

Sostenibilità in America, Cina e Italia

Partendo con la situazione americana, Kendall fa una disamina sulla sostenibilità del costo della vita negli USA: “Il problema nostro è che abbiamo ricevuto tanti soldi durante il periodo del Covid. L’80% degli USA, che guadagnano meno del 20% dei top, hanno già speso tutti i soldi, e hanno difficoltà nel sostenere la propria vita. Per le persone normali è sempre più difficile convivere con l’inflazione. Abbiamo prezzi più alti, e così i tassi abbastanza alti: […] per chi ha un mutuo a tasso variabile prima del 2022 avevano 2-3-4%, negli ultimi messi il tasso è al 7%. Inoltre ci sono scioperi ovunque, come per quelli che producono le auto, mentre a Hollywood continua quello degli aytori“.

Secondo il professor Giuliano Noci, “la situazione sociale in Cina è simile a quella americana. L’insieme delle politiche di Xin Jinping sta compromettendo l’immagine della Cina nel mondo, e la relazione più importante: la partnership commerciale con l’Europa da 8o0 miliardi di euro, con 400 miliardi di disavanzo commerciale per la Cina“. A sua volta, preoccupa l’attuale crisi immobiliare a seguito degli eventi relativi a Evergrande, recentemente insolvente per un bond da 550 milioni e crollata in Borsa. Tornando sui suoi punti nella precedente intervista, “la bolla sta impedendo alle famiglie di sentirsi sicure, l’incertezza geopolitica fa presagire che non ci sia un futuro, l’assenza di un sistema pensionistico pubblico pesa, i consumi rimangono bassi. E anche i beni di lusso ne stanno risentendo: la Cina vale il 50% della domanda dei beni di lusso. Un suo arretramento rischia di innescare prospettive di relativa scarsa sostenibilità anche per l’Occidente”.

In Italia dal sistema dei conti correnti sono fuoriusciti 83 miliardi di liquidi, segno dell’aumento del costo della vita e della sua sempre più fragile sostenibilità. Secondo Plateroti, “sulle questioni legate a benessere, salute sociale e sicurezza personale si è meno propensi a fare rinunce“. Come nel caso del sistema pensionistico, difficile da riformare per tutti i Governi. Ma va detto che questa “fuga di capitali”, in realtà sembra più un acquisto di massa di titoli di Stato: “Sono esplose negli ultimi mesi le ultime emissioni di titoli indicizzati all’inflazione. Ma ogni volta che si comprano titoli di Stato o si investe nel mercato dei capitali, si tolgono soldi alle banche. E comprandoli al 7%, si indeboliscono le finanze pubbliche“.

La questione dell’inflazione occidentale

Sul fronte dei tassi d’interesse e dell’inflazione galoppante il mondo è quasi tutto unito. Davanti al rischio di una doppia curva stile anni Settanta, lo stesso Kendall sostiene che la FED “forse alzerà di 0,25pb i tassi nella prossima riunione e in quella dopo. Ma sono vicini alla fine di questo processo, anche se hanno iniziato più tardi rispetto ad altri Paesi. L’indice di inflazione PCA era sui massimi al 5,3%, ora è  al 4,2%, e la FED vuole arrivare al 2%“. Ma a preoccupare è la durata dei tassi nel lungo periodo. “Per ora la FED lascerà lavorare questi tassi alti sulla domanda per ridurre l’inflazione verso il 2%. Ma siamo ancora lontani, e forse li terrà per un anno”. Sarà sostenibile? “Abbiamo preso tanto debito, e siamo verso il 100% del debito/PIL per la prima volta nella storia. Questa settimana abbiamo il problema che il Governo chiuderà il 30 settembre perché manca il budget per l’anno prossimo.

Di contro, la Cina affronta l’effetto inverso, la deflazione, secondo Noci. “Mentre nel mondo occidentale si cerca di combattere l’inflazione, in Cina si lavora di evitare la deflazione. Stanno cercando di ribassarli per incentivare gli investimenti. Ma i consumatori non comprano, così come le aziende non investono perché percepiscono incertezza“. Altro problema della Cina è anche quello demografico, in cui la Cina è in stallo. “Un tasso di fertilità a 1,2, e il tasso di invecchiamento vedrà entro il 2030 un terzo della popolazione avere più di 65 anni. Ci sono condizioni strutturali che rendono molte difficile e costosa la vita per le famiglie. Basti pensare al fatto che l’istruzione costa moltissimo“.

Per Plateroti la situazione cinese è comunque più gestibile. “Se andiamo a guardare la fuga dei depositanti da una banca, ci sono stati più di 10-15 casi. La loro capacità di assorbire gli choc dipende da un’impostazione del governo cinese nel rapporto tra Stato e mercato: una scelta ibrida ha delle caratteristiche uniche. Non scaricano sulle famiglie il costo della crisi: i mutuatari sono stati tutti salvati, mentre gli investitori finanziari hanno perso tutti i soldi.”. Ma rimane comunque la criticità delle shadow bank, e del loro debito da 3.000 miliardi a carico anche delle amministrazioni locali.

Il futuro dell’intelligenza artificiale, e i suoi problemi

Da mesi l’intelligenza artificiale sta diventando sempre più un trend topic anche nella finanza. Secondo Plateroti “questo dipenderà dai parametri e dall’abitudine nostra ad affidare a un terzo i nostri risparmi, così come affidarci alle intelligenze artificiali. Sugli investimenti, siamo come con i titoli Internet dei primi anni Novanta. C’è molta enfasi ma poca capacità di scelta su cosa investire sul lungo periodo. Ci sono 3-4 aziende con rialzi del 1000-1200%, a partire da NVIDIA. È difficile dire però in quali prodotti e con quali funzionalità. Fermare il progresso è una pia illusione“.

Infatti le stesse università si sono aperte alle AI, a cominciare da quella del prof. Noci, il Politecnico di Milano: “Ha inaugurato l’anno invitando Roberto Viola, a capo della Digital Connect nonché il più autorevole dirigente italiano nella Commissione Europea. La UE si è assunta l’obiettivo di definire i principi alla base dell’intelligenza artificiale, perché è un vettore economico, sociale ed educativo straordinario. Ad esempio, le nostre startup prima sviluppavano i codici software al 90% manualmente, mentre ad un anno di distanza si sviluppa con l’AI generativa“. Ma come sarà la vita tra un anno con l’AI? “Tra un anno si cercherà di far entrare l’AI in una serie di componenti della nostra vita, col discrimine di quando sarà utile e quando sarà intrusiva“. L’AI tra le altre cose può aiutare la ricerca, e semplificarla.

Nel caso di acquisizione di informazioni, si teme che possa portare anche alla sostituzione del lavoro, ma questo processo è già iniziato secondo Plateroti. “Andremo probabilmente a non distinguere quello che è il lavoro dell’intelligenza e la sensibilità di chi scrive, con quello dell’AI che ha disponibile una quantità di informazioni superiore alla media di un articolo standard“.

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