Mercoledì 5 aprile è andata in scena una nuova puntata di WSI Smart Talk, intitolata “Crescita, reddito, stabilità“. Un appuntamento realizzato in collaborazione con Fidelity International, che è stato condotto da Leopoldo Gasbarro, direttore di “Wall Street Italia” e ha visto come ospiti Natale Borra, head of distribution di Fidelity e Ruggero Bertelli, professore di Economia degli Intermediari Finanziari all’Università di Siena. Andiamo a vedere brevemente cosa è emerso nel corso della puntata odierna.
Le parole di Borra a WSI Smart Talk
In particolare, i protagonisti della puntata hanno analizzato come la mente umana si destreggia quando ha a che fare con gli investimenti e come sfruttare l’emotività a proprio vantaggio quando si investe. Per inquadrare al meglio le criticità del momento attuale, Natale Borra di Fidelity ha spiegato:
“Stiamo vivendo una fase di mercato che si conferma piuttosto complicata. In realtà gli eventi straordinari sotto tanti punti di vista ai quali stiamo assistendo in questa prima parte del 2023 non sono altro che l’onda lunghissima di una crisi che è iniziata probabilmente con la grande crisi finanziaria del 2007 e dalla quale si sta iniziando a intravedere una fine – seppur tumultuosa – proprio in questi ultimi mesi. Bisogna ricordare sempre che arriviamo da anni di straordinario supporto da parte non solo delle branche centrali, ma anche dei governi rispetto alle economie e ai mercati di tutto il mondo. Ora siamo alla fine del ciclo espansivo più lungo. Nel pre-Covid tutti si chiedevano cosa sarebbe successo sul mercato quando le banche centrali avrebbero iniziato a rimuovere i supporti al mercato accumulati in così tanti anni. Ecco, gli effetti li stiamo vedendo in questi ultimi mesi. A me piace sempre citare Warren Buffett che dice: “Quando la marea cala, si scopre chi nuota nudo e chi nuota con il costume”. La marea dal 2022 è calata in modo repentino e si è scoperto che anche alcuni giganti hanno nuotato troppo a lungo senza costume. A maggior ragione in fasi di cambiamento e trasformazione così importanti, diventa sempre più centrale cercare di non farsi distrarre dal rumore di fondo del mercato e mettere al centro i clienti e i loro obiettivi”.
Il modello anti-emotività di Fidelity
Per aiutare gli investitori a investire per obiettivi, da oltre 10 anni Fidelity International segue un modello diverso da quello tradizionale (che costruisce il portafoglio dedicando determinate percentuali alle diverse asset class) e ha realizzato un white paper, in collaborazione con Matteo Motterlini, professore di economia cognitiva, neuroeconomia e behavioural change presso l’Università San Raffaele di Milano, che prova a fornire delle basi scientifiche al modello. Nel modello, denominato CRS (Crescita, Reddito, Stabilità), i soldi sono trattati in modo diverso a seconda della loro provenienza, come ha dimostrato la teoria dei conti mentali di Thaler. Si pensi ad esempio a come spendiamo con più leggerezza la tredicesima rispetto allo stipendio. Viene inoltre quantificato il grado di avversione alle perdite rispetto ai guadagni.
La view del professore a WSI Smart Talk
Il professor Ruggero Bertelli, da par suo, ha evidenziato:
“Io quando ho visto questi tassi di interesse che si sono messi a crescere, come del resto era largamente atteso, a me è venuta l’immagine dell’incredibile Hulk, l’uomo verde. I tassi negativi avevano fatto lievitare i prezzi delle obbligazioni in modo enorme, Hulk aveva strappato i pantaloni. Poi cosa succede all’incredibile Hulk quando torna normale? Torna piccolino con tutti gli abiti strappati, no? Però è ritornato normale. Il treasury americano o il bund tedesco erano su livelli elevatissimi. Prima avevamo una situazione di questo tipo, alla quale però pian piano ci siamo assuefatti come se l’incredibile fosse normale. Questo spiega la particolarità del momento attuale, perché anche nel fumetto a un certo punto il gigante torna normale. E tutto sommato è meglio parlare con un Bund o un Treasury normale piuttosto che avere a che fare con l’incredibile Hulk. In questo momento ciò che noi fatichiamo a comprendere è che siamo tornati alla normalità, cioè avere dei tassi di interesse al 4%, però siamo con i vestiti strappati a questo punto. Sono quindi capitate alcune cose che il dottor Borra chiaramente ha richiamato in modo molto preciso. Adesso dobbiamo veramente andarci a ricomprare probabilmente un po’ di giacca, una camicia, perché quella vecchia si è strappata. Qualcosa è successo anche a noi, è un po’ questo il senso. Poi io poi guardavo i dati sulla raccolta netta dei fondi comuni. Adesso sono visti come come il veleno i bilanciati. Questo strano andamento, diciamo così, sincrono di obbligazione e azioni in senso negativo ha fatto apparire i bilanciati come una minaccia. In realtà come ben sappiamo il fondo bilanciato è un’idea geniale che continua a essere tali. Azioni e obbligazioni faranno il loro dovere, che è quello di crescere nel tempo, crescere nel tempo con due ritmi diversi e due volatilità differenti”.