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#WSICall, Astolfi (Capital Group): “Paperino o Gastone? Negli investimenti ci sono poche differenze”

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Prendiamo l’investitore più fortunato e definiamolo Gastone, viceversa prendiamo quello più sfortunato e chiamiamolo Paperino. Ci sono molte differenze in ottica investimenti per chi ha investito nel lungo periodo? Ne abbiamo parlato in questa #WSICall insieme a Matteo Astolfi, managing director per l’Italia di Capital Group, che ci spiega l’importanza di restare investiti in questa fase di mercato parecchio delicata: “Tante statistiche basate sul passato ci dicono che episodi di volatilità li abbiamo vissuti spesso, fanno parte integrante della storia dei mercati finanziari. Tuttavia, solo a marzo 2020 ci sono stati due dei giorni peggiori della borsa americana di sempre, ma anche due di migliori. In questa fase, quindi, ci possono essere dei rimbalzi positivi che, nel lungo periodo, sarebbe sbagliato non sfruttare. Negli ultimi 15 anni un semplice investitore “Gastone”, ovvero fortunato, che avesse investito sul minimo di ogni anno avrebbe avuto un ritorno sul suo capitale non molto diverso dall’investitore “Paperino”, più sfortunato, che ha investito sul massimo di ogni anno. Su un orizzonte di questo tipo, tipico per chi ha un investimento azionario, la differenza sarebbe minima. E’ più importante per quanto tempo si resta investiti, più che il momento”. Il timing non è così importante, quindi, anche perché diventa difficile trovare il momento giusto per investire. Ma, tra mercati che prima correvano troppo e ora sono dominati dalla paura, non si rischia di restare fermi? “C’è sempre un buon motivo per aspettare, ma c’è anche un ottimo motivo per cominciare a investire. Se non ora quando, mi verrebbe da dire: questa è una grande possibilità di entrata a prezzi più convenienti”. 

Come cambiano gli investimenti?

“Dal punto di vista dei settori certamente. Ci son dei settori di aziende quotate che sicuramente almeno nel breve continueranno a essere priviligiati, mentre altri penalizzati. Abbiamo già visto in passato questi avvallamenti nebulosi, ma riusciamo a vedere dall’altra sponda. Se ci concentriamo su questa altra sponda, possiamo individuare i singoli settori che possono garantirci di sopravvivere a questo avvallamento: a Capital Group investiamo solo nel 20% circa degli emittenti complessivamente disponibili, 2.000 titoli circa. Per fare due esempi estremi, pensiamo di aver investito tre mesi fa in un’azienda che fa sistemi di videoconferenze piuttosto che in una compagnia che si occupa di crociere turistiche. Gli andamenti sarebbero stati molto diversi”.