#WSICall con Schroders: “Economia ora in ‘coma’, dobbiamo chiederci come si risveglierà”
La recessione è certa, ma la ripresa ci sarà, anche se c’è una domanda importante da porsi. L’economia ora è in una sorta di “coma” obbligato dai vari lockdown: il paziente, quando si sarà svegliato, come lo troveremo?
Ce lo chiediamo insieme a Ugo Montrucchio, gestore multi-asset di Schroders, nella nostra #WSICall, con il quale proviamo a immaginare il quadro economico che ci troveremo di fronte una volta terminata l’emergenza:
“Il quadro di riferimento è sicuramente molto diverso rispetto a quello di quattro mesi fa. E’ difficile non immaginarsi una recessione alle porte, la discussione che si deve probabilmente fare è capire la dimensione della stessa da questo momento in avanti. Il nostro team di economist ha pubblicato recentemente delle stime, che vedono una contrazione del PIL globale nell’ordine del 3,5% per l’anno in corso.
Nel nostro quadro base, questa cifra verrà seguita da una ripresa molto veloce nel 2021: le previsioni del nostro team, infatti, vedono una ripresa dell’attività produttiva intorno al 7% per il prossimo anno. La vera domanda, secondo noi, è se siamo di fronte a una ripresa di tipo a “V” o se il danno all’attività produttiva che stiamo notando in questa fase possa essere più grave di quello che ci aspettiamo e determini una ricaduta in una seconda fase.
Il nostro quadro base è che in un modo o nell’altro le misure a sostegno dell’economia siano sufficienti per far recuperare l’attività produttiva, quindi pensiamo che nel 2021 le cose ripartiranno abbastanza velocemente”.
Similitudini con le crisi precedenti
“Io faccio questo lavoro da 20 anni, quindi ho vissuto la crisi del 2000 e del 2008 e questa mi pare molto differente. Un’analogia piccola c’è con la crisi in Giappone del 2011, dopo Fukushima (il disastro nucleare, ndr). Si trattava di un fenomeno naturale esogeno molto violento che aveva creato problemi alle supply chain mondiali molto importanti, aveva portato l’economia giapponese in recessione. La differenza che la questione, in quel caso, era rimasta confinata al Giappone, mentre qui il problema è a livello globale.
Ci sono pochi paralleli, quindi, a livello storico e i fenomeni sono così tanto datati a livello storico che tracciare un parallelo è molto complicato. Siamo di fronte a un calo molto forte di domanda e offerta aggregata, mitigato da politiche fiscali importanti. L’economia mondiale la immaginiamo in una sorta di “coma”, la domanda che dobbiamo porci è come troveremo il paziente dopo che si sarà svegliato“.