#WSICall, Cuscito (Moneyfarm): “Mercati, fondo toccato? Forse, ma c’è un altro aspetto da considerare”
I mercati hanno reagito in modo molto emotivo al coronavirus, ma ciò non vuol dire che lo debbano fare anche gli investitori. Ce lo spiega in questa #WSICall Vincenzo Cuscito, investment consultant di Moneyfarm, che spiega come l’emotività sia il peggior nemico degli investimenti, specialmente in questa fase: “Il mercato ha reagito in maniera molto violenta al Coronavirus, i principali listini azionari sono arrivati a perdere 30-35%. Per l’investitore è una sfida difficile, in cui entra in gioco l’emotività. Vedere certe movimentazioni sui propri portafogli potrebbe portarlo a compiere scelte dettate dall’emotività e che potrebbero compromettere il piano d’investimento a medio-lungo termine. In questo senso è fondamentale mantenere le posizioni e ragionare sull’obiettivo d’investimento. Abbiamo notato che gli investitori si comportano in maniera diversa: investitori che hanno già vissuto delle crisi e sono più abituati a rimanere sui mercati finanziari si comportano in modo più razionale, affidandosi al gestore e al consulente. Proprio in questo senso, la consulenza svolge un ruolo fondamentale, perché anche analizzando gli ultimi dati delle reti, clienti seguiti da intermediari riescono a mantenere le posizioni in essere senza disinvestire, senza correre il rischio di uscire nel momento più basso e dover rientrare con valutazioni più alte”.
Il mercato ha toccato il punto più basso?
“Molto difficile da dire, non si può mai sapere se si è toccato il fondo o meno. Se ci guardiamo indietro, potremmo dire che a metà marzo il fondo apparentemente è stato toccato, ma questo è tutto relativo. I mercati si muovono in maniera repentina sulla base dell’incertezza. Sarà fondamentale capire come avverrà la ripresa, in che tempi, e se ci saranno dei contagi di ritorno, delle seconde o terze ondate. La situazione è in via di sviluppo e secondo noi, più che concentrarsi sul “bottom”, per le scelte d’investimento bisogna considerare se sono interessanti o meno le valutazioni attuali. Se andiamo a confrontare questa crisi con quella di Lehman Brothers del 2008 non abbiamo toccato quel fondo, quindi è tutto molto relativo”.