#WSICall Cybersecurity, attacchi aumentati con il Covid: “Investimenti dovranno aumentare”
Il tema della cybersecurity è sempre più attuale e con il coronavirus è aumentato anche di più. In Italia, gli attacchi hacker sono a livello mai visti e, complice anche il telelavoro, il cybercrime ha avuto modo di colpire maggiormente. Ne abbiamo parlato in questa #WSICall insieme a Emanuela Salvadè (nella foto), Head of Italian speaking regions di Rize Etf, primo emittente europeo specializzato nella creazione di Etf tematici: “Il nostro scopo è quello di portare l’investitore a investire nei megatrend che stanno cambiando il nostro mondo e fondamentalmente nei temi che conosce e in cui crede“.
Con il telelavoro sono aumentati i canali d’attacco. Non solo grandi imprese, sono colpite anche le piccole realtà della supply chain e della catena del lavoro. Si stimano 390 miliardi di dollari all’anno di entrate perse per attacchi informatici. L’Italia spende 1,3 miliardi, ma si può dire non bastino? Insomma, bisogna investire?
“La risposta veloce è sì. Purtroppo il 2020 ha visto il Covid-19 come uno dei temi catalizzatori della cybersecurity, che tuttavia era una tematica importante già prima. Basti pensare che nel 2019 in media c’è stato un attacco ogni 39 secondi, 2200 attacchi al giorno. Con il coronavirus, ovviamente, è cambiato il modo di lavorare e si sono creati punti di vulnerabilità che prima non c’erano. Il numero giornaliero di attacchi informatici di phishing by email legati al coronavirus è aumentato da poche centinaie di attacca a più di 5000 attacchi al giorno fino al 28 marzo. Si parla di numeri in notevole crescita, perché si va a sfruttare la debolezza delle persone. Anche l’OMS, sul proprio sito, mette in risalto il fatto che bisogna stare attenti ad attacchi informatici. Guardando a medio-lungo termine, si stima che le spese di un’azienda per far fronte a questo sia di 180 miliardi di euro e la stima per il 2023 è di 250 miliardi. La crescita si vede, ma sono stime fatte prima del Covid-19. Purtroppo, credo che gli investimenti dovranno per forza di cose aumentare e non vedo come possa essere altrimenti”.
Il vostro Etf sulla cybersecurity dal lancio quest’anno in Italia ha una performance positiva. E’ passato poco, ovviamente, ma avete un target temporale per un prodotto tematico di questo tipo? Inoltre, c’è qualcosa che lo differenzia rispetto ad altri etf simili?
L’Etf è quotato a Milano, a Londra, in Germania e in Svizzera. L’Italia è uno dei mercati principali su cui puntiamo e a livello di raccolta ci si aspetta circa 50-60 milioni in un anno di attività. Ci sono punti che distinguono notevolmente il nostro Etf rispetto ad altri. In primo luogo, noi non andiamo a investire su un indice già presente sul mercato, perché purtroppo negli indici già pronti si va a investire anche su aziende che vanno a investire anche solo lontanamente a che fare con il tema di riferimento. Questo è un punto debole degli Etf tematici e cerchiamo di risolverlo andando a investire totalmente sul tema. In che modo? Andiamo a cercare delle partnership con delle case di ricerca che sono specializzate con il settore di riferimento. Nel caso della cybersecurity ne abbiamo selezionato una americana, Thematic Research, che è focalizzata su una decina di temi d’investimento. Loro, tramite una metodologia proprietaria, a definire quelle aziende che andranno nell’indice che verrà poi trackato dal nostro Etf. In questo modo, investiamo davvero nelle aziende che si occupano di cybersecurity. Altro elemento di differenziazione, escludiamo le aziende che vanno parte di aerospace&defense, perché vogliamo fare una sorta di ragionamento Esg e queste aziende hanno una parte di ricavi che arriva da armi controverse e solo una parte dalla cybersecurity. Infine, noi andiamo attivamente a cercare le aziende che si occupano della privacy dei dati, e quindi quelle aziende che si preoccupano della protezione della privacy degli utenti”.
Siete (esclusivamente) focalizzati sui megatrend. Se ne parla tanto, ma la clientela italiana la vedete interessata oppure sono temi ancora su cui è difficile sensibilizzare?
“L’investitore italiano è pronto e lo è già da tempo. I nostri fondatori hanno portato in Europa il tema Robotics, che ha avuto grande successo sul mercato italiano. Dal punto di vista personale, a chi di noi non è successo di ricevere un’email di phishing? O ha sentito qualcuno a cui hanno rubato i dati della carta di credito? Tutti riescono ad immedesimarsi nel tema, ma quello che risulta difficile è investire. Da qui arriviamo noi, che permettiamo di investire nella totalità del tema di riferimento.