#WSICall Giorgi (BlackRock): “Nei nostri webcast c’è una domanda ricorrente. Mercati, imparare dal 2008”
Il periodo legato al coronavirus ha cambiato per forza di cose il modo di comunicare e società abituate ad incontri sul territorio hanno dovuto far buon viso a cattivo gioco. Una di queste è BlackRock, che attraverso diversi webinar sta comunicando con clienti, istituzionali ed intermediari per fare il punto della situazione e informare. Ne abbiamo parlato in questa #WSICall con Luca Giorgi, Head of Wealth Italia, Grecia e Malta del colosso dei fondi: “Abbiamo dovuto reinventare anche noi il modo in cui comunichiamo con i clienti, abbiamo fatto sempre fatto diversi incontri sul territorio e abbiamo deciso di continuare a farli ma in modo virtuale. Abbiamo costruito un palinsesto con due appuntamenti settimanali in diretta, uno il martedì dedicato al mercato con Bruno Rovelli (chief investment strategist, ndr) e uno il giovedì dedicato ai prodotti e ai vari comparti. Quello che stiamo raccontando è che i mercati sono molto difficili, la magnitudo di ciò che è accaduto e la velocità con cui è accaduto ha colto tutti un po’ impreparati. Covid-19 e petrolio hanno provocato una correzione sull’azionario e sul fixed income, e devo dire che vedo i clenti e i banker preoccupati dall’obbligazionario a spread e dagli strumenti conservativi piuttosto che dall’equity. Dall’azionario arrivano segnali positivi come settori vincenti che stanno uscendo da questa crisi. Ci piace l’idea di guardare a quattro comportamenti: una parte del portafoglio più resiliente, una di lungo termine, una sostenibile e una diversificata”.
Il momento giusto per investire
C’è una sorta di paradosso sul momento in cui investire. Quando i mercati vanno “troppo” bene non si investe perché le valutazioni sono troppo elevate, quando succedono eventi esogeni come il coronavirus domina la paura. Ma quand’è il momento giusto per investire? “Qualcuno più importante di me disse che il momento giusto per investire è quando si ha la disponibilità sul conto corrente. E’ ovvio che questa correzione nel lungo periodo offre opportunità troppo interessanti. Ci sono dei super-settori, come li abbiamo definiti noi, sui quali si può investire oggi. Due di questi sono la tecnologia e la sanità, che escono da questa correzione in modo più forte. L’healthcare ha performato molto meglio in questa fase e resta un settore difensivo, quindi può essere il momento di investirci. Sulla tecnologia due mesi fa forse avrei risposto diversamente: tutti noi sappiamo che si tratta di un tema ciclico, lo si compra, quindi, in una fase media e iniziale, non finale. Quello che stiamo facendo oggi, tuttavia, è usare la tecnologia per vivere e stiamo vedendo come possa essere, e potrà essere, un boost per tutti i settori. Si può, quindi, investire in questo settore oggi, lo si può fare sia nel breve che nel lungo periodo, ammesso che il portafoglio sia ben diversificato. Quindi, è il momento di tornare a investire e, se guardiamo ai flussi dell’industria degli Etf posso dirti che vediamo una raccolta maggiore sui settoriali, sul credito, sul corporate e investment grade, e vediamo un ritorno dei flussi azionari. C’è ancora tanto da fare, ci saranno dati difficili trimestrali, ma in modo diligente si può investire in questo momento”.
La lezione del 2008
Dalle crisi si può imparare? Secondo Giorgi sì, anche se con qualche eccezione: “Secondo me abbiamo tutti imparato. Lo hanno imparato le banche centrali e i governi, comunicando immediatamente dopo segnali di correzione importanti. Hanno imparato gli investitori? Difficile da dire. Quando parlo con gli istituzionali, posso dire di sì. Ci dicono che vogliono rientrare prima che il mercato riparta, perché hanno capito dalla crisi del 2008 che è difficile entrare nel momento di minimo. D’altronde, se si comprava equity a dicembre con valutazioni altissime, non vedo perché non farlo oggi. Gli investitori istituzionali stanno rientrando, a piccole dosi, in alcuni mercati selezionati. L’investitore finale è più difficile, la pancia ha un ruolo fondamentale e, quindi, il ruolo del consulente è fondamentale. Tutti noi avremmo voluto entrare sul mercato il 9 marzo 2009 (giorno in cui l’S&P500 toccava il suo minimo, ndr), ma anche chi poi è entrato a ottobre in due-tre anni ha fatto performance strabilianti”.
La preoccupazione più grande
Nei vari webinar di queste settimane, qual è stata la domanda posta più spesso agli esperti di BlackRock e che, quindi, indica maggiore preoccupazione: “In queste sei settimane, all’inizio erano sul tema della pandemia. Pian piano, le domande si sono spostate sulle valutazioni macro, ossia quali Paesi ripartiranno prima, quali sono i settori più interessanti. Adesso, stiamo entrando più nel dettaglio, con domande più specifiche su temi d’investimento. Una domanda che nelle ultime due settimane, purtroppo, è stata ricorrente riguarda l’Italia, perché i clienti e gli intermediari sono preoccupati perché c’è un lockdown prolungato ed è ovvio sia un osservato speciale. Ne usciremo, si stima un periodo di 5 volte rispetto al lockdown, quindi è ancora presto per fare valutazioni, ma sicuramente percepiamo un po’ di preoccupazione su questo”.