#WSICall Rima (Credit Suisse AM): “Mercati, probabilità nuovi minimi al 70%. Quattro settori per il futuro”
Si chiamano “waterfall declines“, le crisi economiche a cascata, e anche quella che stiamo vivendo dettata dal coronavirus è una di queste. In questi casi, “il 70% delle volte i mercati azionari testano nuovi minimi”, ci dice Filippo Rima, head of equities di Credit Suisse AM, intervistato nella nostra #WSICall e rispondendo alla domanda se il peggio sui mercati sia passato. Con lui abbiamo affrontato anche il tema di quale ripresa potrà esserci. In molti hanno usato le lettere per indicarla: a V, a W, a U sono solo alcune di esse. Ma chi ha ragione? “Probabilmente hanno ragione un po’ tutti – spiega Rima – queste riprese le vedremo parallemente e ci sono tre dimensioni da considerare. La prima è prettamente settoriale: ad esempio, per una agenzia di viaggi la ripresa sarà diversa rispetto a un ospedale. La seconda dimensione è geografica, perché le varie regioni sono state colpite in modo diverso e stanno reagendo diversamente. Avere un business in Svezia o in Norvegia non è certo come averlo nel Sud della Spagna. Terzo, le società erano preparate in modo diverso: chi è entrato in questa crisi con poco debito e tanta liquidità, in modo solido, avrà una fuoriuscita in modo diverso rispetto a chi aveva già molti debiti. Probabile, quindi, che tutte quelle lettere citate si verificheranno a seconda dei casi”.
Crisi 2020, come le altre crisi?
“Ogni crisi è diversa e questa non è finita. Se facciamo delle analogie, a livello di movimenti di mercato questa crisi ricorda quella della fine degli anni ’20 e ciò che abbiamo visto nel 1987, caratterizzate da una discesa molto rapida. Se, invece, guardiamo ai fondamentali direi che mi ricorda la crisi petrolifera di metà anni ’70, con uno choc esterno causato dalla domanda. Dobbiamo capire come andrà a finire, la differenza ci sarà nei prossimi mesi per capire se riprenderemo subito a crescere o questa crisi resterà con noi ancora per un po’ di tempo“. In molti si chiedono se i mercati potranno ancora subire qualche scossone: “Analizzando queste cadute a cascata, nel 70% dei casi si torna a testare i minimi. Anche qui, credo, certe azioni testeranno i minimi, ma non certo i grandi titoli, come i tecnologici, mi stupirei a vederli ai livelli del 24 marzo”.
Quattro settori su cui puntare per il futuro
“Tecnologia sicuramente, ma non fine a sé stessa. Investiamo poco nelle società hi-tech, ma nelle società che usano la tecnologia per digitalizzare la propria industria. Abbiamo quattro settori che già ci stavano a cuore, e ora ancora di più. Uno è relativo al tema della sicurezza, da quella personale a quella informatica; in secondo luogo, il tema della robotica, dato che dopo la crisi le aziende rivedranno la loro supply chain, cercheranno di comprare vicino casa, e questo si può fare solo se si riesce ad automatizzare. Il terzo settore riguarda la digitalizzazione della sanità, vediamo tante aziende innovative da questo punto di vista, dall’uso della telemedicina alla scoperta dei vaccini. Infine, la digitalizzazione della educazione, dando ai figli una educazione scolastica sfruttando le possibilità fornite dalla tecnologie“.