CHICAGO (WSI) – Le banche italiane sono in crisi e l’unica soluzione è far intervenire la Troika. A dirlo l’economista Luigi Zingales.
Zingales, stimato docente di Finanza all’Università di Chicago, fa il punto sull’attuale situazione di stallo in cui trova il settore bancario italiano, mettendo in luce come la creazione del fondo Atlante- che sta salvando la Popolare di Vicenza e Veneto banca – non è per nulla risolutiva.
“Il fondo Atlante non risolve il problema perché non lo si vuol risolvere. E sa perché? Perché una vera soluzione richiederebbe l’assunzione della responsabilità da parte di molte persone. Invece si cerca di procedere lentamente, senza traumi. (…) Atlante sta solo comprando tempo. Impiega 2,5 miliardi dei 4,2 raccolti per ricapitalizzare le due banche venete, e non è nemmeno sicuro che l’ intervento sia sufficiente”.
L’unica soluzione per l’economista è un intervento dello Stato che invochi la crisi sistemica e chieda l’intervento del fondo Salva Stato, il fondo europeo Esm, seguendo l’esempio della Spagna che ha chiesto 40 miliardi per salvare i suoi istituti di credito. Una richiesta che significa invocare il tanto temuto triumvirato della Troika, ovvero consegnarsi alle decisioni di Commissione Ue, Bce e Fmi.
“Ovviamente il governo non lo vuole fare. Però guardi, è l’unica strada per dare uno scossone al Paese, e poi, tra essere governati dalla Germania o dalla Troika la differenza è poca. Anzi, mi sembra che ultimamente il Fondo monetario sia più tollerante degli uomini di Angela Merkel“.
Infine una stoccata alla stampa italiana che secondo gli studi fatti dall’economista aderisce con entusiasmo alle tesi e agli interessi delle banche.
“Ho provato a studiare la correlazione tra la linea editoriale sui temi bancari e il livello di indebitamento degli editori, usando i giornali stranieri come punto di riferimento. Sulla nascita del Fondo Atlante, che piace alle banche, i giornali italiani sono molto più favorevoli di quelli stranieri. Sulla riforma della popolari, che alle banche non è piaciuta, i giornali italiani sono più critici di quelli stranieri. Questa divaricazione si accentua nei giornali più indebitati con le banche. Si tratta di due decisioni del governo Renzi: sulla prima sono positivi anche i giornali anti-governativi, sulla seconda sono critici anche i filo-governativi”.